L’Alessandro di Camporeale punta sui vini di qualità

L’Alessandro di Camporeale punta sui vini di qualità

(Pubblicato su Milano Finanza, 23 Giugno 2004)

Il colpo d’ala dovrebbe darlo il Donnatà, un Nero d’Avola in purezza la cui distribuzione è appena cominciata.

Ma a far lievitare da qui a due anni la produzione, dagli attuali 1.500 a 2.200 quintali, dovrebbe provvedere soprattutto la riorganizzazione societaria che l’Alessandro di Camporeale, una piccola casa vinicola i cui 45 ettari si estendono a 38 chilometri da Palermo, tra Camporeale e Monreale, ha messo in conto. Una minirivoluzione che scatterà all’inizio del 2005 con l’obiettivo di imporre nel segmento dei vini di qualità per il target alto di mercato i prodotti dell’azienda.

Punto di snodo del riassetto, che darà il via al nuovo corso della società dei fratelli Alessandro, Antonino, Natale e Rosolino, sarà la creazione di due nuove srl: “L’una, la società di produzione, gestirà cantina e terreni” precisa Antonino, agronomo e responsabile del marketing, “l’altra si occuperà delle rete commerciale e dello sviluppo del brand”.

La nuova articolazione baserà il piano d’impresa sugli 800 mila euro di investimenti realizzati. E si reggerà in prevalenza sull’autofinanziamento. Il fatturato dovrebbe così raddoppiare e sfiorare il milione. Ma in forza di una strategia che, informa il manager, punta esclusivamente su “vini di uve pregiate a bacca rossa”.

La strategia dei rossi risale a qualche anno fa. Fu imboccata con un Sirah in purezza (Kaid), di cui è uscita da qualche mese la seconda edizione, annata 2012. Cinquantamila bottiglie la cui prima produzione, racconta Alessandro, è stata “totalmente venduta, per il 70% all’estero”: nel Nord d’Europa e negli States, dal New Jersey all’Illinois, alla Florida, allo stato di New York. Fra l’altro, rende noto Alessandro, “negli Stati Uniti il prezzo medio a cui Kaid è pagato nel circuito della ristorazione, secondo quanto ci dicono i nostri distributori, è di 45-50 dollari in bottiglia”.

la politica dei rossi proseguirà. Ma con un paio di novità che, informa il responsabile del marketing, affiancheranno il potenziamento della linea del Sirah, che è previsto passi a 70 mila pezzi con la vendemmia di quest’anno. I punti di forza saranno da qui al 2006 due nuove etichette: il Donnatà e un blend, vendemmia tardiva.

“Il primo è destinato, stando al business plan, a giocare il ruolo di ammiraglia, toccando quota 120 mila bottiglie. Nelle scorse settimane è stata chiusa la fase dei test, con 20 mila bottiglie di vino affinato solo in vasca d’acciaio, dunque “senza concessioni alla barrique”. L’altro, che andrà in produzione con la prossima vendemmia, sarà un prodotto di nicchia, rivelano gli interessati, destinato a un pubblico di estimatori. SI tratterà di un vino di grande struttura, realizzato in 5 mila pezzi quale uvaggio tra Nero d’Avola, Sirah e Cabernet Sauvignon. “Avrà almeno due anni d’invecchiamento in grandi botti”, precisano dall’azienda, “oltre a sei mesi in bottiglia”.

In ogni caso, fa sapere Alessandro, “valorizzeremo le potenzialità della cantina termocondizionata, capace di ben 230-240 mila bottiglie.