Sirah potenziato

Sirah potenziato

(Pubblicato su Sicilia Finanza, 9 Aprile 2004)

Alessandro di Camporeale, piccola azienda vicina al capoluogo , che produce rossi di qualità elevata, vara una riorganizzazione e punta a un milione di giro d’affari.

Una piccola rivoluzione. Con l’obiettivo di far lievitare entro due anni la produzione, dagli attuali 1500 a 2200 quintali. Ritagliando all’azienda uno spazio nel segmento dei vini di qualità per il target di mercato alto. A firmare il progetto una piccola casa vinicola del Palermitano, Alessandro di Camporeale, i cui 45 ettari si estendono a 38 chilometri dal capoluogo, tra i comuni di Camporeale e Monreale.

La riorganizzazione della società dei fratelli Alessandro, Antonino, Natale e Rosolino avrà punto di snodo nella costituzione di due nuove srl, una di produzione, che gestirà cantina e terreni, l’altra, come precisa Antonino, agronomo e responsabile del marketing, “si occuperà della rete commerciale e dello sviluppo del brand”. La nuova articolazione prevede 800 mila euro di investimenti. E si reggerà su forme di autofinanziamento. Il fatturato dovrebbe così raddoppiare e avvicinarsi al milione di euro. Ma in forza di una strategia che, informa il manager, punta esclusivamente su “vini di uve pregiate a bacca rossa”.

Una scelta imboccata qualche anno fa con un Sirah in purezza (Kaid), di cui esce in questi giorni la seconda edizione, annata 2002. Cinquantamila bottiglie la cui prima produzione, racconta Alessandro, è stata “totalmente venduta, per il 70% all’estero”: nel Nord d’Europa e negli States, nel New Jersey, nell’Illinois, in Florida, nello stato di New York. Tra l’altro, rende noto Alessandro, “negli Stati Uniti, stando a quanto i nostri distributori ci comunicano, il prezzo medio a cui Kaid è pagato nel circuito della ristorazione è di 45-50 dollari a bottiglia”.

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La politica dei rossi, a sentire il responsabile del marketing, proseguirà ancora. Ma con un paio di novità che affiancheranno il potenziamento della linea del Sirah, che è previsto passi a 70 mila pezzi con la vendemmia di quest’anno. I punti di forza della strategia dell’azienda di Camporeale saranno, da qui al 2006, due nuove etichette: un Nero d’Avola in purezza e un blend, vendemmia tardiva.

Il Nero d’Avola, Donnatà, stando al business plan, è destinato a giocare il ruolo dell’ammiraglia, toccando quota 120 mila bottiglie. Nei giorni scorsi ha completato la fase del test, con 20 mila bottiglie di vino affinato solo in vasca d’acciaio, dunque “senza concessioni alla barrique”.

L’altro è in programma tra un anno. Sarà un prodotto di nicchia, spiegano in azienda. Si tratterà d’un vino di grande struttura, realizzato in 5 mila pezzi quale uvaggio tra Nero d’Avola, Sirah e Cabernet Sauvignon. “Avrà almeno due anni di invecchiamento in grandi botti, più sei mesi in bottiglia”. Si rivolgerà al pubblico degli estimatori. “Valorizzeremo le potenzialità della cantina termocondizionata, che è capace di ben 230-240 mila bottiglie.