
22 Mar Syrah, l’acquisto migliore: Kaid Alessandro di Camporeale
(Pubblicato su Affari di Gola, Marzo 2003)
Una delle uve a bacca rossa più nobili, se la longevità è un criterio di nobiltà.
Così sentenzia al primo capoverso la “Guida ai vitigni del mondo” firmata da Jancis Robinson nel ’96 che viene considerato il più completo repertorio dell’ampelografia mondiale (tradotto ed edito in Italia da Slow Food). Le origini di quest’uva tipica e diffusa soprattutto nel Rodano settentrionale dove da origine a rossi importanti come gli Hermitage, sono piuttosto incerte. Chi dice che il nome venga da Siracusa (e quindi si tratterebbe in definitiva di un ritorno alle origini), chi dice che sia un vitigno di origine ellenica che proprio i greci, attorno al VII° secolo a.C., importarono in Francia nella zona tuttora considerata la sua patria. Portato nel nuovo mondo enologico alla metà del XVIII° secolo, è diventato in Australia ed in Sudafrica uno dei vitigni più coltivati con il nome storpiato di schiraz.
Ovunque venga impiantato riesce a mantenere delle caratteristiche che lo rendono quasi sempre riconoscibile: ha veste scura e profonda, profilo organolettico particolare con cartteristici aromi caldo-speziati (pepe, gomma bruciata) che tendono a smorzarsi con rese alte e maturazioni troppo spinte. (anche l’acidità che sostiene e fortifica lo spettro aromatico decade piuttosto velocemente). Ne scaturisce un vino di alta concentrazione polifenolica, adatto all’affinamento in legno e capace di invecchiare (quasi) al pari dei vitigni ancora più blasonati. In Italia il syrah è stato impiantato soprattutto nel sud, ed in particolare appunto in Sicilia (oltre all’Indicazione Geografica Tipica anche alcune DOC lo prevedono: Contessa Entellina; Menfi; Contea di Sclafani) dove se ne contano oramai complessivamente circa un migliaio di ettari.
SYRAH: L’ACQUISTO MIGLIORE
Kaid 2000 (Sicilia IGT)
Alessandro di Camporeale